Negli ultimi anni non si fa altro che parlare di stagionalità dei prodotti, di biologico, di km 0, insomma di spesa consapevole allo scopo di mangiare meglio, in maniera più salutare,

con  un maggior rispetto per l’ambiente e talvolta anche con un risparmio economico. Scegliere prodotti di stagione e coltivati a breve distanza dal consumatore significa spendere meno e contribuire ad un minor inquinamento atmosferico. La questione non è solo economica e ambientale, anzi, la salute è la prima motivazione. Consumare frutta e verdura di stagione vuol dire alimentarsi in modo corretto. I prodotti di stagione maturano secondo tempi naturali, sono coltivati con meno pesticidi e non necessitano di alcun trattamento conservante, le loro caratteristiche nutrizionali si sviluppano al meglio e hanno così più vitamine, sali minerali e antiossidanti. Essendo cresciuta in una zona ancora ricca di campagne coltivate, capire questa lezione così importante a contatto con la natura sin da piccola è stata per me una grande fortuna.

Quando ho dovuto scegliere quale prodotto “adottare” per l’iniziativa “Terra di fuoco” non ho avuto dubbi: l’albicocca vesuviana, il frutto più rappresentativo della zona dove sono nata, nonché uno dei prodotti orto-frutticoli che per me maggiormente esprime l’idea di stagionalità, biologico e km 0. Nei giardini e campagne della zona è onnipresente, è  infatti il frutto più coltivato della zona vesuviana e io stessa ho diverse piante di albicocco.

Con la denominazione di Albicocca Vesuviana si indicano diverse decine di varietà. Per valorizzare la “diversità” dell’albicocca vesuviana è stato richiesto alla Comunità Europea il riconoscimento della IGP (Indicazione Geografica Protetta), riconoscimento ottenuto con REG. CE 2081/92. In attesa del completamento dell’istruttoria comunitaria per la definitiva registrazione della “Albicocca Vesuviana (IGP)”, il MiPAF ha accordato, con DM del 03.02.2004, la protezione nazionale transitoria della denominazione.

Questo è uno dei tanti prodotti che per secoli hanno contribuito a rendere “felix” la regione Campania, dove felix stava per l’opulenza e produttività di questa terra grazie ai fertili terreni e al clima mite, l’avvelenamento dei terreni ne hanno decretato la fine, ma prendere consapevolezza di un problema, seppur gravissimo, è il primo passo per tentare di risolverlo.

Seppur prodotte in grosse quantità, non c’è una ricetta tipica della zona a base di albicocche. Questo frutto si mangia fresco o in alternativa si producono chili di confettura, così da conservare il colore, il profumo e il sapore dell’estate che ci regala questo frutto durante tutto l’anno.

Per questo contest, ho deciso di preparare  un piatto che si discosta completamente dai classici della tradizione culinaria partenopea, ho realizzato una tarte con caprino e albicocche perfetta per un antipasto o aperitivo. Una friabile base di pasta brisèe cela un cuore morbido e sapido di formaggio caprino del Cilento ricoperto dalle albicocche appena caramellate, dolci, profumate e leggermente acidule, lievemente aromatizzate dagli odori del Mediterraneo: un pizzico di timo e fiori di salvia.

Una tarte che trova un suo equilibrio dalla ricchezza di contrasti, come questa terra.

Ingredienti per uno stampo 35×10:
Per la pasta brisée:
  • 180g farina
  • 90g burro freddo
  • 3g sale
  • 60ml acqua fredda
Per il ripieno:
Perparazione:
 
Iniziamo la preparazione dalla pasta brisèe. Versiamo la farina a fontana sulla spianatoia, al centro mettiamo  il burro freddo a pezzetti e il sale, iniziamo impastando questi ingredienti fra loro, quando il burro sarà ben amalgamato alla farina, aggiungiamo l’acqua un po’ per volta fino ad ottenere un impasto sodo e compatto. Se usiamo l’impastatrice, nella ciotola versiamo la farina, aggiungiamo il sale ed il burro a pezzetti e avviamo a vel.2-3 con la foglia per 1′ o fino ad ottenere un impasto sabbioso. Aggiungiamo l’acqua a filo e finiamo di impastare fino ad avere un panetto sodo e compatto. Avvolgiamo il panetto di pasta nella pellicola e mettiamo in frigo.
Quando sarà trascorsa almeno una mezz’ora, accendiamo il forno a 180°, riprendiamo il panetto dal frigo, stendiamolo uniformemente aiutandoci con un matterello e sistemiamolo nello stampo imburrato ed infarinato. Sistemiamo le apposite palline di argilla o dei legumi secchi sul fondo per la cottura in bianco e inforniamo in forno già caldo. Facciamo cuocere per 22-24′ a 180°.
Intanto prepariamo le albicocche, laviamole e tagliamole a spicchi. In un’ampia padella facciamo fondere il burro, aggiungiamo le albicocche, rosoliamole per 1′, aggiungiamo anche lo zucchero e il succo d’arancia. Mescoliamo delicatamente e facciamo cuocere a fuoco vivo per 3-4′.
Tagliamo il caprino in pezzi piccoli. Estraiamo la base di pasta brisèe dal forno, togliamo i legumi secchi e disponiamo il formaggio uniformemente. Rimettiamo in forno per 4-5′.
Sforniamo nuovamente e disponiamo le fettine di albicocca sul formaggio.  Inforniamo ancora per qualche minuto. Lasciamo intiepidire e poi aggiungiamo il timo e i fiori di salvia.
Questa tarte da’ il meglio di sé servita fredda e il giorno dopo è ancora più buona.
 

17 Comments on Tarte con caprino del Cilento e albicocche vesuviane

  1. Maria
    25 Giugno 2014 at 17:55 (10 anni ago)

    COMPLIMENTI E' DAVVERO MOLTO BELLA E SARA' BUONISSIMA ……………UN ABBRACCIO

    Rispondi
    • storiedamordere
      26 Giugno 2014 at 13:28 (10 anni ago)

      Grazie Maria, mi fa piacere leggere che la trovi bella 🙂
      Buon pomeriggio

      Rispondi
    • storiedamordere
      26 Giugno 2014 at 13:29 (10 anni ago)

      Grazie Paola, è un abbinamento che ho provato ultimamente per la prima volta e devo dire che mi ha conquistata!
      buon pomeriggio 🙂

      Rispondi
  2. Sara e Laura-PancettaBistrot
    25 Giugno 2014 at 20:36 (10 anni ago)

    Angela, ma è strepitosa questa tarte!! Una ricetta stupenda, i colori sono meravigliosi, gli ingredienti non ne parliamo…bravissima davvero!
    Un bacione 🙂

    Rispondi
    • storiedamordere
      26 Giugno 2014 at 13:45 (10 anni ago)

      Grazie 🙂 Anche io sono rimasta stupita da quanto i colori di queste albicocche abbiano reso bene in foto 😉
      A presto

      Rispondi
  3. Angela Dolcinboutique
    25 Giugno 2014 at 21:56 (10 anni ago)

    Splendida davvero Angela, la brisè, il caprino e le albicocche spadellate….che abbinamento delizioso. Ne proverei una fetta anche ora :). Anche il post è bellissimo, la tua terra è anche la mia e sarebbe meraviglioso un giorno riaverla nuovamente "felix" . Bacioni, Angela

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    • storiedamordere
      26 Giugno 2014 at 13:55 (10 anni ago)

      Grazie Angela 🙂 Questa terra ha tanto da offrire, ma purtroppo va sempre peggio :-/
      Buon pomeriggio

      Rispondi
  4. lory
    26 Giugno 2014 at 13:17 (10 anni ago)

    fantastica, semplicemente fantastica!!!! grazie per il tuo dolce commento al mio post , ti abbraccio Lory

    Rispondi
    • storiedamordere
      26 Giugno 2014 at 13:58 (10 anni ago)

      Grazie Lory, che complimenti!
      Un abbraccio a te 🙂

      Rispondi
  5. lory
    26 Giugno 2014 at 13:24 (10 anni ago)

    sono imperdonabile, scusami!!!!! ho dimenticato di avvisarti che nel mio post precedente ti ho fatto dono di un premio!!!!!se ti fa piacere passa a prenderlo!!!!! Un abbraccio grande Lory

    Rispondi
    • storiedamordere
      26 Giugno 2014 at 14:00 (10 anni ago)

      Tranquilla, la colpa è mia, avevo già letto e risposto al tuo commento all'altro post 😉 Questa ricetta era già lunghetta di sua, prossimamente inserirò il premio in qualche altro post meno lungo 😉
      Buon pomeriggio e a presto 🙂

      Rispondi
  6. isaporidelmediterraneo
    30 Giugno 2014 at 7:12 (10 anni ago)

    Condivido in tutto il tuo pensiero, in effetti anche Ippocrate diceva che il tuo cibo sia la tua medicina.La terra dei fuochi e' stata usata per depistare le nostre eccellenze e per favorire prodotti di altre zone.Una speculazione feroce e mai vista prima.Dalla bontà e genuinità dei nostri prodotti è testimone questa splendida ricetta che hai proposto.
    Superlativa

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